DIVERSI GIORNI DI NEVE, 30-40 CM DIFFUSI. MINIME NON COME A DICEMBRE

Non siamo arrivati ancora alla fine di questo peggioramento più tardo autunnale che prettamente invernale. Solo in una fase, per poche ore, è stato realmente invernale, con la neve che è scesa sino a fondovalle prealpini e a 500 metri sulle Prealpi venete ed addirittura in piano nel veronese, grazie alla bolla lombarda che si è spostata verso est. Un peggioramento, certificabile come tardo autunnale, ma che non ci ha colpito particolarmente, nonostante la maggior parte delle basse pressioni autunnali ci prendano sempre e con moderata-forte intensità. Normalmente si instaura una bassa pressione sul Tirreno ed invece questa volta si è imperniato nel medio Adriatico, consentendo sì questo episodio minimo di neve a bassa quota ma relegandosi a “bassifondi” per quanto riguarda le precipitazioni, pressoche minime se consideriamo tutto quello che viviamo normalmente con questi piccoli cicloni. Venti forti ci hanno interessato nelle giornate di venerdì e sabato soprattutto in alta quota, con diversi comprensori sui 2200-2500 chiusi per vento nella giornata di sabato che hanno tolto praticamente quella trentina di cm di neve farinosa, caduta nei quattro giorni precedenti. Tre riprese che hanno consentito di compattare il manto ma non a creare dei pericolosi accumuli ventati. E’ andata meglio sulle Prealpi: ai 30 cm delle tre nevicate, bisogna aggiungere dai 10 ai 20 cm nella giornata di venerdì che hanno dato una grande mano ad un manto ormai praticamente sciolto nei 20 giorni di alta pressione tra dicembre e gennaio. Il freddo c’è stato in quota e permetterà, probabilmente, di mantenere il manto a 1500 m fino a fine febbraio. Complessivamente siamo a oltre 60 cm di manto nevoso oltre i 1700 m sulle Prealpi e altrettanti sopra i 1400 sulle Dolomiti con punte sui 120-150 cm oltre i 2500 m. Vi poniamo i riassunti di Arpav nei tre giorni per ricordarci di questa fase, sì nevosa, che taglia l’alta pressione della prima fase di inverno. Vi alleghiamo anche i massimi di vento registrati nella giornata di sabato, da annotare però che non ci sono particolari acuti ma quello che ha sorpreso è stata la velocità media che ha raggiunto per esempio sulla Funivia Rosetta a 2640 m in circa 24 ore una media di 60 kmh a 10-30-60 minuti. Una roba del genere non ci è capitata molte volte nei 5 anni di monitoraggio intensivo di questo posto molto particolare.
Non sono stati registrati i minimi stagionali in alta quota per quanto riguarda la temperatura. Dai 1300 m ai 3205 m (in condizioni non inversionali) non si è raggiunto il picco del freddo di dicembre, che ricorso è durato tre giorni, mentre questo, tra venerdi e sabato, è durato un giorno e mezzo. Invece nelle conche prealpine si sono registrati i minimi stagionali, grazie alla neve e grazie all’assenza di vento per un paio di notti. Abbiamo registrato i -23,7 di Punta Penia, i -21,3°c della Tofana ed i -19,3°C del Sass Pordoi. In tutte le stazioni da noi installate e verificate quotidianamente, le temperature minime si sono attestate di 1,5 gradi in più che dicembre. In ogni caso noi vi mostriamo le nostre minime di gennaio, fermo restando che rimarranno probabilmente le più basse fino al prossimo dicembre o forse per tutto l’anno.
Per quanto riguarda il futuro: domani tempestata di vento in media-alta quota con precipitazioni nevose in montagna ed altri 10-15 cm diffusi. L’influenza di questa bassa pressione ci sarà ancora che comunque convoglierà correnti mediamente fredde da noi, ma saranno sempre ventosi, e non consentiranno nebbie e smog nei bassi strati. Poi vediamo appena termina questa bassa pressione cosa ci aspetta, ma la domanda è quasi retorica perchè qualche timida idea ce l’abbiamo

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *