PRIMA NEVICATA INVERNALE, IL RESOCONTO FINALE

Alla fine bisogna tirare i conti di questa prima vera sferzata invernale ed un po’ di amaro in bocca c’è. Senza dubbio dobbiamo sottolineare che questa è stata una pertubazione invernale e non autunnale e i risultati si vedono. La mappa delle precipitazioni del solo Veneto fanno capire che è piovuto più a Sud che a Nord, cioè all’incontrario di quello che succede durante l’autunno ed il più delle volte non capita nemmeno in inverno. L’anomalia è tutta sulla mappa, ma dopo tutto le previsioni sono andate abbastanza come previsto. Si individuano sempre le stesse zone più piovose di altre, anche se quei buchi più chiari su alcune prealpi fanno riflettere, perchè tutto il modellame aveva indicato proprio per quelle zone come tra le più piovose. Come sempre non siamo mai contenti. Neve che è caduta sino agli 800-1000 m sulle Prealpi, in tutte le valli alpine imbiancate, con la sorpresa della neve anche a Levico, unica realtà prealpina ad aver visto neve, grazie all’intensità della mattinata ed a una probabile sacca fredda rimasta addossata a sud della Panarotta, come spesso accade. Accumuli in valle tra i 10 ed i 30 cm in base alla posizione, dove premiate sono state più le valli ad est (ma non troppo a est) come Val Badia e Arabba insomma la “solita” Ladinia orientale: Pusteria, Gherdenia per dirne due, praticamente solo una spruzzata mattutina. Ecco accumuli che si sono poco visti anche in alta quota per colpa del vento: nei passi tra agordino e bolzanino premiati quelli più a sud con la solita forbice 15-30 cm, e lo spartiacque del Passo Sella dove il manto però è stato tra i più alti. Il più alto è stato registrato tra San Pellegrino e Valles. Per quanto riguarda le prealpi accumuli tra i 20 ed i 50 cm, anche in questo caso meglio chi rivolto a est ma sono più i 20 ed i 30 cm che i 50. Per esempio Valpore-Bocchette siamo sui 40 cm (vedi foto allegata), l’Alto Tesino/Brocon e alcune parti dell’Altopiano dei 7 Comuni (Larici e Campolongo in primis) pure e sicuramente anche la zona del sud Agordino qualcosa in più (lo vedremo nelle prossime ore), decisametne meno nel Primiero, che è già una notizia.
Il Vento come ricordavamo anche l’altro ieri è la discriminante più importante. Abbiamo iniziato con subito 70-100 kmh sulla costa, poi il vento da Sud anche mascherato da nordest ha imperversato in tutta la pianura veneta, per poi fissare i 99,7 kmh del Monte Cesen verso le 11 da Sud-sudest, che vedendo i dati della marea da Venezia (+173 in medio mare, una delle più alte della storia, la terza, +204 a Malamocco e Meda Punta Lido) ci aveva fatto sobbalzare perchè era nato tutto così Vaia nel 2018. Un peggioramento diviso in tre fasi per il vento, la prima da Sudovest dove le ammiraglie a quota 3000 hanno segnato le maggiori ventate, poi l’entrata del sud-sudest prima dello spostamento del minimo (gli asteriscati sono proprio per segnalare che il vento maggiore è stato registrato dai quadranti meridionali) e quindi il nord-nordest in serata e difatti tutti i maggiori record arrivano proprio da quella posizione (Rodella, CES, Ra Valles, Sass Pordoi), con la sorpresa, ma fino ad un certo punto, della Lessinia Orientale, che con venti da Nord-Nordest dà il meglio di sè (Monte Torla a soli 1364 metri sovente sopra i 70 kmh). Una giornata simil invernale che speriamo di ripetere molto presto magari con uno step più freddo, come i modelli ci fanno vedere a cavallo della prossima settimana. Quello che sembra certo è che l’autunno è alle nostre spalle, le grandi piogge non ci sono state (tranne per la costa e entroterra emiliano veneto dai 70 ai 120 mm in neanche 24 ore, dati da record assoluti, vedi tabella che entra negli annali) e ci appresteremo a vivere un semestre caldo con un forte timore sulla quantità di acqua disponibile, sempre con la fervida speranza di una Primavera piovosa per salvare il salvabile (anche perchè un Inverno stranevoso ormai è raccontato solo dai libri di storia).

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