Per chiudere la parentesi dell’ondata mite, soprattutto in quota, visto che le temperature in pianura, tranne alcune massime intorno ai 13-14 gradi in pedemontana ed alta pianura, sono sempre rimaste piuttosto contenute, abbiamo creato due diapositive che identificano facilmente questa ondata e che saranno molto utili nei prossimi anni per capire l’eccezionalità dell’evento. La prima riguarda le due stazioni record durante l’evento, Rifugio Monte Torla a Selva di Progno (VR) 1364 m e l’altra al Monte Cesen a Valdobbiadene (TV) 1530 m, rispettivamente massime registrate a +17,1°C e 16,2°C. L’evento è durato almeno 4 giorni con temperature oltre gli otto gradi che ho identificato come una situazione “normale”, in era GW, altopressoria in pieno inverno (+8 a 850hpa), è durato un giorno in più per la stazione a ovest (che ha già dell’incredibile). In più ho deciso di identificare come 14 e 15 gradi la quota eccezionale raggiunta che è durata mediamente di 42 ore. Una diversa analisi l’ho fatta per le stazioni in alta quota, ma questa volta identificando con le temperature sopra lo “zero” come anomalia positiva. Sopra i 3000 m di quota l’anomalia sopra lo zero è stata di 32 ore, sopra i 2500 m di quota l’anomalia è 81 ore. A quota 3000 m abbiamo registrato una massima di +3, mentre a 2600 siamo arrivati anche a 7,6°C. Sono tutte temperature eccezionali per essere in pieno inverno, e lo sarebbero anche, parzialmente, anche per la primavera e l’autunno.
Sto leggendo degli articoli che in Spagna è stata l’ondata calda più forte di sempre in pieno inverno degli ultimi 50 anni. Questi dati non li abbiamo ancora per l’italia nord orientale, ma sicuramente per la nostra piccola esperienza degli ultimi 10 anni di storia meteo che registriamo in diverse stazioni non ci è mai successo. Per esempio dal 2013 ad oggi al Monte Cesen sì abbiamo registrato diverse massime oltre i 10 gradi in pieno inverno, raggiungendo al gennaio 2016 (25/26) i 12,8°C, ma mai superando quella soglia.
